Quante volte nell’arco di una giornata rimproveriamo nostro figlio per qualche marachella, capriccio di troppo o perché non vuole darci retta? Lo so per certo, tante.
Più si cresce e più diventa complicato far conciliare le volontà dei genitori con quelle dei figli già a partire da quando sono molto piccoli. Utilizzare un tono più forte mentre rimproveriamo, ci permette di sottolineare che è avvenuto qualcosa di sbagliato che non va ripetuto oppure che non è condiviso, purché ovviamente non si urli, altrimenti creeremmo solo più confusione ed il bambino comincerebbe ad urlare per farsi sentire, senza ascoltare ciò che abbiamo da dire. E’ molto importante mostrarsi decisi ma tranquilli perché i bambini reagiscono alle nostre azioni, di conseguenza. Dunque più ci mostriamo agitati, più anche loro cominceranno ad innervosirsi cercando di dire la loro.
Già da quando il bambino ha solo un anno, ovvero quando comincia ad esplorare gli spazi attorno a lui muovendo i primi passi in autonomia, i genitori pronunciano i loro primi no a determinati atteggiamenti che potrebbero essere pericolosi, come mettere in bocca dei piccoli giocattoli o avvicinare la dita alla presa.
Quando il bambino è così piccolo non può comprendere la pericolosità di ciò che fa, ecco perché per fargli comprendere che sta sbagliando, i genitori utilizzano un tono della voce più alto, deciso e categorico. Inoltre è molto importante anche l’espressione del viso che deve essere seria. Quest’ultima cosa spesso risulta difficile perché i bambini sono capaci di fare delle facce così buffe mentre li rimproveriamo, che ci scappa da ridere e allora diventa dura mantenere la calma e mostrarci a lungo convinti su ciò che gli contestiamo. Ma noi dobbiamo mettercela tutta anche perché se ridiamo mentre gli stiamo dicendo che ha sbagliato qualcosa, ciò che diciamo non sarà attendibile ai suoi occhi, ma gli sembrerà un gioco.
E’ fondamentale rimproverare utilizzando un tono di voce pacato ma deciso, senza ricorrere ad urla o peggio a schiaffi che servirebbero solo a rendere ancora più agitati i toni e nervosi i piccoli e alla fine non comprenderebbero più i motivi che hanno condotto i genitori a rimproverarli.
E’ chiaro che quando neghiamo loro qualcosa, i bambini si sentano frustrati, nervosi, non capiti ed è per queste ragioni che dobbiamo sempre spiegare i motivi che ci hanno spinto al rimprovero. Ad esempio se un bimbo si allontana da noi quando stiamo attraversando la strada o ci lascia la mano, dobbiamo ricorrere al rimprovero evidenziando che così facendo ha corso un rischio serio. Può essere utile fargli notare la velocità e pericolosità con la quale camminano le automobili, insegnargli ad osservare sempre il semaforo ed aspettare che il segnale diventi verde prima di procedere con mamma o papà e può essere per lui più stimolante se lo si fa come se fosse un gioco. Il bambino “distratto” dall’osservare il semaforo e comportarsi di conseguenza, non lascerà la nostra mano perché intento a fare ciò che gli indica il segnale. Questo è solo un esempio, che però rappresenta un modo per rimproverare senza essere violenti con le parole e senza alzare troppo i toni e trasformare il rimprovero in un chiaro messaggio che insegna qualcosa di importante.
I genitori non devono litigare con i figli perché non è questo il significato del rimprovero, ma al contrario devono sempre dare una motivazione della loro decisione affinché il bambino abbia chiare le ragioni che hanno spinto mamma e papà a dire di no. Il rimprovero non deve essere visto come lo spunto per iniziare una discussione, nonostante le parti siano in opposizione l’uno con l’altro. Viceversa l’adulto (che è colui che ne ha le capacità quando il figlio è solo un bambino) deve cercare di utilizzare il rimprovero semplicemente come un mezzo attraverso il quale far sentire le sue ragioni e fargliele comprendere.
Il rimprovero è fondamentale perché delle volte è grazie ad esso che insegniamo ai bambini come ci si comporta in alcune situazioni e ci fornisce un ottimo spunto da cui partire per aprire un dialogo che spieghi non solo la nostra posizione, ma anche il giusto modo di comportarsi. E’ anche un mezzo attraverso il quale trasmettere i valori, penso a quelli legati al rispetto degli altri, delle regole di vita. Insomma da genitori passiamo davvero tanto tempo rimproverando i nostri figli, certe volte siamo sfiniti dai loro comportamenti ostinatamente contrari alle nostre direttive, ma non ci resta altro che armarci di tanta pazienza e affrontare tutto con la giusta dose di calma che ne consegue.