Chi non vorrebbe tornare di nuovo bambino per poter passare il tempo colorando, inventando storie o giocando con bambole, macchinine e quant’altro?
Secondo me molti adulti ripensano con nostalgia al tempo in cui l’unico problema era decidere cosa colorare o con cosa giocare. E si, perché poter impiastricciarsi le mani con pennelli e tempere o inventare storie assurde di cattivi e buoni che si trovano a combattere una battaglia senza tempo, è davvero stupendo e il gioco è il momento in cui i bambini possono sbizzarrirsi con la fantasia ed imparare cose nuove.
Con il gioco, fin da quando il bambino ha pochi mesi, può conoscere dapprima se stesso, il proprio corpo, basti pensare a quando afferra i piedini portandoli alla bocca o quando con la manina prova ad afferrare qualcosa. Crescendo naturalmente l’approccio al gioco cambia perché anche le competenze dei bambini si accrescono e noi adulti abbiamo il compito di stimolarli passando del tempo con loro.
Io adoro giocare con mio figlio. Non lavorando ho avuto la fortuna di passare tutto il tempo a disposizione con lui e devo dire che mi sono sempre divertita molto a vedere come sia cambiato il suo modo di giocare. A 3 anni è in grado di creare delle storie in cui i personaggi sono i suoi pupazzi preferiti e amando i supereroi, ha imparato ad attribuire ai protagonisti del gioco, diversi ruoli in cui i buoni sfidano i cattivi per liberare qualcuno che si trova in difficoltà. All’inizio voleva fossi io a far parlare i suoi peluches, adesso invece si diverte a fare tante voci ed è in grado di creare delle piccole vicende anche quando gioca da solo.
Poi semplicemente con dei colori e un foglio di carta, i bambini sarebbero in grado di passare ore mischiandoli, sperimentando. E’ molto utile e stimolante far provare diversi tipi di materiali disponibili, dai pennarelli ai colori a matita, oppure le tempere e gli acquarelli, che affinano ancor di più l’attitudine del bambino di rappresentare anche graficamente ciò che vede acquisendo la capacità di prestare attenzione alle cose che lo circondano, ma riuscendo sempre ad immaginare anche un modo diverso e fantasioso, in cui vedere il mondo.
Devo ammettere che sono molto contraria all’uso di dispositivi elettronici con cui i bambini possano giocare, perché mi sembra di privarli del piacere vero e proprio del gioco, fatto della loro creatività che invece viene messa in secondo piano davanti ad una tablet, che offre un mondo già immaginato da qualcun’altro. Il gioco stimola il bambino a sviluppare capacità sempre più complesse e ritengo che noi genitori abbiamo il compito di accompagnarli in quello che per loro, non è solo un modo di trascorrere il tempo, ma rappresenta soprattutto un modo per crescere. Quando un bambino gioca si mostra impegnato, per lui è un divertimento ma anche una cosa fondamentale di cui sente l’esigenza e lo noto concretamente ogni giorno, quando devo convincere mio figlio a fermarsi per andare a tavola o a dormire perché nonostante abbia trascorso tutta la giornata a giocare, non smetterebbe mai di farlo.
Ritengo che i piccoli debbano essere abituati a giocare sia da soli che con altri bimbi o adulti. Per questo è importante favorire le relazioni con i coetanei negli asili o ad esempio nei parchi. I bambini imparano ad essere più sciolti nei confronti degli altri e questo è importante, apprendono il rispetto delle regole perché per giocare in compagnia è importante che ci sia un rapporto di reciprocità, in cui una volta per uno è possibile gestire il gioco.
Insomma giocare rende felici tutti, grandi e piccini, si può viaggiare con la fantasia rimanendo nelle proprie camerette o tuffarsi sotto il mare più profondo semplicemente disegnandone gli animali che lo abitano. Quale adulto non invidia tutto questo?