Sembra un luogo comune ma non lo è (purtroppo direi), la maggior parte dei neonati non dormono tutta la notte, si svegliano di continuo perché hanno fame, hanno bisogno di aver cambiato il pannolino, hanno qualche colichetta, insomma neo-genitori sappiate che non siete affatto soli, ci siamo passati tutti.
Anche io e mio marito abbiamo fatto le ore piccole e che sarebbe stato così ero sicura perché in clinica Giorgio la notte stava sempre sveglio, piangeva e voleva mangiare o semplicemente non voleva stare nella culletta. Il ritorno a casa è stato piuttosto complicato da gestire perché per un intero mese Giorgio aveva letteralmente scambiato il giorno con la notte e così passavamo nottate intere svegli tra poppate, ruttini e pannolini sporchi per poi vederlo addormentarsi dolcemente alle 7 del mattino, cioè quando mio marito si sarebbe dovuto svegliare per andare a lavoro. Il “problema” principale era che non voleva dormire nella culla, ma in braccio e così quando si addormentava e provavamo ad adagiarlo molto molto lentamente con movimenti silenziosi che neanche un ninja ci avrebbe sentiti, dopo due minuti (tempo utile affinché io e mio marito ci distendessimo sul letto) apriva gli occhi piangendo. A questo si univa anche la fase difficile di avvio all’allattamento che richiede un po’ di tempo affinché la quantità di latte soddisfi la fame del bambino e gli consenta quindi di dormire più a lungo.
Una volta compresi i ritmi della giornata e la differenza tra giorno e notte e abituatosi a dormire nella culla, i suoi risvegli erano semplicemente una richiesta di essere allattato per cui ciò avveniva anche ogni due ore e mezza. Raggiunto quasi il primo anno di vita i risvegli erano meno frequenti, ma comunque ogni notte si svegliava almeno tre volte rendendo davvero difficile poter riposare tranquillamente. Con il tempo i risvegli si sono fatti meno frequenti ma solo verso poco più di due anni sono terminati del tutto (per fortuna).
Dunque volete sapere come si fa a gestire lavoro, casa e figlio senza dormire? Mi dispiace dirvi che non esiste nessuna ricetta che ci possa aiutare. E’ una fase difficile che richiede pazienza, sacrificio e la capacità, che si affina con il tempo, di ritagliarsi degli spazi in cui poter recuperare il sonno compatibilmente con le attività quotidiane da svolgere. Ad esempio ricordo che quando mio figlio faceva il pisolino pomeridiano, ne approfittavo anche io, seppure non mi sia mai piaciuto dormire il pomeriggio, mi bastava chiudere gli occhi una mezz’oretta per recuperare le forze.
Ci sono genitori che, quando il piccolo non vuole dormire nella culla preferiscono lasciarlo riposare nel lettone con loro, io l’ho fatto solo le primissime notti, in cui avevo l’esigenza di riprendere le forze dopo il parto, ma poi abbiamo preferito evitare per non rischiare che si abituasse a dormire solo con noi. Ma ovviamente ogni genitore sceglie di agire come meglio crede.
Essere genitori è una responsabilità che richiede sacrifici e le notti in bianco sono uno di questi, ma vuoi mettere la soddisfazione della prima volta in cui si riesce ad adagiarlo sulla culla e allontanarsi senza che si svegli?